Come avere buone idee - Ogni volta che ne hai bisogno.
5 tips per aumentare la creatività
Eccoci con un altro contenuto riguardante la Creatività; abbiamo deciso di farlo in collaborazione con Giovanni Lucarelli, autore del blog Creatività al lavoro.
Abbiamo scelto Giovanni per questo guest-post in quanto esperto di sociologia, ricerca e formazione.
Nello specifico si occupa di:
- sviluppare le abilità creative (creative thinking, problem solving)
- realizzare l’innovazione (prodotti, metodologie, modelli di business)
- migliorare le modalità di lavoro in gruppo ( motivazione, efficienza, gestione dei conflitti)
Vediamo insieme a lui un po’ di tips e consigli davvero utili per lavorare meglio e in maniera creativa.
Ci sono delle occasioni in cui hai bisogno di una buona idea. Il tuo capo, o un tuo cliente, ti chiede un’idea originale, e tu, in quel momento, senti che ti manca il terreno sotto i piedi, cerchi di concentrarti ma… niente, non ti viene in mente proprio niente.
Ti è mai capitato qualcosa di simile?
C’è chi sostiene che la creatività sia come la pioggia: bisogna aspettare che cada … io credo che sia possibile, invece, “provocarla” e in questo articolo scopriremo una sorta di “danza della pioggia creativa” 😉
1. Lavora nelle ore (meno) propizie
Quali sono le ore migliori per dedicarti ad un compito creativo?
Ci sono alcune persone che, dal punto di vista energetico, sono delle “allodole”. Appena si alzano, sono subito attive e danno il meglio di sé nella prima parte della giornata, all’inizio della riunione, ecc. La sera, poi, hanno minore energia e vanno a letto (abbastanza) presto.
Altre persone sono dei “gufi”: faticano ad attivarsi (hanno bisogno di diversi caffè) e danno il meglio di sé nella seconda parte della giornata, della riunione, della settimana. Sono dinamiche a lungo nella serata e tendono a coricarsi piuttosto tardi.
Mareike Wieth e Rose Zacks, ricercatrici presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università del Michigan, hanno riunito 428 studenti e hanno chiesto loro di compilare un questionario relativo ai ritmi sonno-veglia, le ore preferite del giorno, i picchi di performance, ecc. I risultati hanno individuato 195 “gufi”, 28 “allodole” e 205 “intermedi”.
Questi studenti hanno svolto un test composto da alcuni esercizi sul pensiero divergente ed altri sul pensiero convergente. Metà campione ha svolto il test la mattina e metà il pomeriggio: i risultati sono stati sorprendenti.
Negli esercizi che riguardavano il pensiero divergente le “allodole” che hanno svolto il test la mattina hanno avuto il 51 % di “successo”, mentre quelle che lo hanno svolto nel pomeriggio (orario per loro poco propizio) hanno ottenuto il 56,2% di successo.
La stessa cosa è successa per i “Gufi”: quelli che avevano svolto il test nel pomeriggio hanno totalizzato il 31%, mentre quelli che lo avevano fatto la mattina (per loro poco propizia) hanno ottenuto il 49% di successo. Per quanto riguarda gli esercizi sul pensiero convergente, invece, non sono emerse differenze rilevanti.
Proprio così, non è un errore, i ragazzi hanno lavorato meglio nelle ore in cui avrebbero dovuto essere meno produttivi.
Suggerimento n.1: dedica ai compiti creativi qualche ora del tuo tempo “meno propizio” (la mattina se sei un “gufo” o il pomeriggio se sei un’ “allodola”).
2. Fai quattro passi prima di ideare
Dai tregua alla mente e, appena ti è possibile, attiva il corpo. Non devi correre la maratona di New York: ti è sufficiente camminare per alcuni minuti.
La ricerca “Give Your Ideas Some Legs: The Positive Effect of Walking on Creative Thinking”, realizzata, nel 2014, da Marily Oppezzo e Danile Schwartz della Stanford University, ha evidenziato che il pensiero creativo migliora mentre una persona cammina.
Quarantotto studenti di psicologia hanno svolto due test: l’uno relativo al pensiero divergente (Guilford Alternative Uses) e l’altro al pensiero convergente (Compound Remote Associates).
L’esperimento prevedeva diverse modalità di svolgimento (seduti e poi camminando, camminando e poi seduti oppure sempre seduti) e diversi ambienti (all’interno, davanti ad una parete bianca, lungo i corridoi, all’aperto nel campus universitario).
Negli esercizi svolti mentre camminavano, i partecipanti hanno mostrato un aumento del 23% nei punteggi del pensiero convergente e dell’ 81% in quelli del pensiero divergente.
È un risultato straordinario, ma non finisce qui: subito dopo aver camminato, è emersa una spinta creativa “residuale”, ciò significa che i partecipanti hanno ottenuto un miglior rendimento anche quando hanno svolto gli esercizi da seduti, subito dopo aver camminato.
“Non stiamo dicendo che camminare può trasformarti in Michelangelo“, ha affermato scherzosamente Marily Oppezzo, “ma può aiutarti, soprattutto nelle fasi iniziali, a sviluppare la tua creatività.”
Un aspetto molto interessante è che non emergono differenze in base al luogo in cui si cammina: passeggiare all’aperto, su un tapis roulant, o lungo un corridoio, procura lo stesso effetto “benefico” sulla creatività.
Suggerimento n. 2: prima di generare delle nuove idee, cammina per alcuni minuti. All’aperto o lungo un corridoio, non fa molta differenza: l’importante è che cammini.
(Se ti interessa approfondire questi aspetti, puoi dare un’occhiata al post “La creatività ha le gambe lunghe”)
3. Fai qualche esercizio di respirazione
Come stai respirando in questo momento?
Respirare è un gesto naturale, spontaneo, eppure a volte, presi dalla fretta o dagli impegni, ce ne dimentichiamo. Pensa che possiamo stare circa tre settimane senza mangiare, circa 3 giorni senza bere, ma non riusciamo a resistere 3 minuti senza respirare.
La respirazione profonda ha tanti benefici: calma la mente, depura il corpo, allevia il dolore, stimola il sistema linfatico e migliora la circolazione.
Quando respiriamo in modo profondo e consapevole, aumenta l’afflusso del sangue ai vari organi, compreso il cervello, e questo, unito ad una maggiore ossigenazione, aumenta la nostra energia e la nostra lucidità.
Imparare a respirare correttamente, allora, rappresenta uno strumento veloce, economico e potente per ritrovare calma, la concentrazione, la lucidità mentale e per stimolare il pensiero creativo.
C’è anche una ricerca, condotta da Mark Krasnow, neurologo della Stanford University School of Medicine, che ha dimostrato l’esistenza di neuroni responsabili delle “connessioni” tra il respiro e gli stati emotivi. Questi gruppo di neuroni, che si trova all’interno del tronco encefalico, scandisce il ritmo della nostra respirazione.
Vediamo un paio di esercizi che puoi fare facilmente: siediti comodamente su una sedia, tenendo la schiena dritta e appoggiando bene i piedi per terra. Se è possibile, apri la finestra per far entrare aria fresca. Ricorda di inspirare sempre con il naso (così l’aria viene umidificata e riscaldata) ed espirare dalla bocca.
Per rilassarti e scaricare lo stress: appoggia la mano sinistra sul petto e la destra sulla pancia e fai una respirazione diaframmatica, lenta e regolare. Quando inspiri, la pancia si “espande” e la mano destra segue il movimento dell’addome; quando i polmoni sono pieni, espira, ritraendo l’addome per buttare fuori tutta l’aria. La mano sinistra, invece, rimane ferma sul petto. Ripeti l’esercizio per 8 – 10 volte.
Suggerimento n.3: Per stimolare l’energia e la creatività puoi associare la respirazione alla camminata: fai quattro inspirazioni brevi, sincronizzate con il tuo passo, poi fai quattro brevi espirazioni (sempre adeguate alla tua andatura).
Puoi ripetere questo l’esercizio per 4 o 5 minuti (non di più, per evitare l’iperventilazione).
4. Metti una musica o un brusio
Hai notato l’influenza della musica (o di un brusio di sottofondo) sul tuo lavoro creativo?
Ravi Mehta, docente presso l’Università dell’Illinois, ha realizzato, nel 2012, una serie di esperimenti (pubblicati sul “Journal of Consumer Research”) per valutare l’incidenza del rumore di sottofondo sul pensiero creativo.
Sono stati coinvolti, in totale, circa 300 studenti (metà ragazzi e metà ragazze) ai quali sono stati sottoposti (in 5 differenti esperimenti) alcuni esercizi inerenti le abilità di associazioni di idee, di ideazione e di problem solving. Mentre gli studenti erano intenti a svolgere gli esercizi, i ricercatori variavano il volume e il tipo dei rumori ambientali.
I risultati non hanno lasciato dubbi: un rumore di sottofondo di circa 70 decibel, tipico di una caffetteria (o di una televisione accesa nella stanza a fianco), migliora le performance del pensiero creativo.
Adesso, forse, ti starai chiedendo: “Ma se il rumore è più basso o più alto … che cosa succede?”
Allora, se i rumori sono deboli, diciamo intorno ai 50 decibel, non producono alcun effetto. Quindi con il brusio, o senza il brusio, non cambiano i risultati del test.
Quando i rumori molto forti, invece, parliamo di rumori vicini agli 85 decibel, tendono a distrarre troppo e, quindi, le performance degli studenti nei test peggiorano.
Suggerimento n. 4: la prossima volta che hai bisogno di generare idee creative puoi approfittare del brusio di sottofondo di un bar (se lavori in remote working), oppure puoi utilizzare il sito https://coffitivity.com (per i rumori del bar) o https://www.noisli.com/ (per i rumori della natura), se lavori in ufficio.
Se vuoi saperne di più, puoi ascoltare “Brusio Creativo: quali “suoni” stimolano la creatività?” la puntata del mio podcast dedicata a questo argomento.
5. Ogni tanto una “Fika” (pausa svedese)
Ok, il nome fa un po’ sorridere, ma in Svezia la chiamano così, “fika” (il nome deriva dalla parola kaffe), la pausa dal lavoro in cui si sorseggia caffè o tè e si mangia una fetta di torta in compagnia dei colleghi.
Il clima è molto disteso (si affievolisce anche la gerarchia), si condividono informazioni, si ride insieme, si scambiano idee e questo migliora la produttività e la creatività (sembra che anche all’IKEA alcune delle migliori idee siano nate durante la “fika”).
Sì, perché fare una pausa, distrarsi, lasciar vagare la mente, defocalizzarsi dal problema, aiuta ad essere più creativi, come emerge da un’interessante ricerca della Goldsmith University di Londra.
Bhavin Sheth, Simone Sandkühler e Joydeep Bhattacharya, ricercatori presso Dipartimento di Neuroscienze (della Goldsmith University), hanno svolto un esperimento a questo proposito.
Hanno chiesto a 18 partecipanti di svolgere una serie di esercizi verbali piuttosto complessi e hanno analizzato (tramite la Risonanza Magnetica Funzionale) che cosa accadeva nel loro cervello mentre cercavano di risolvere i problemi. A metà dell’esperimento i ricercatori hanno fornito alcuni indizi utili per trovare la soluzione.
I primi che sono riusciti a risolvere gli esercizi avevano un’attività cerebrale a bassa frequenza, caratterizzata dalle onde “alfa”: è la frequenza del nostro cervello quando siamo molto rilassati, o quando siamo immersi in una lettura affascinante.
Nel questionario a fine esperimento, queste persone hanno affermato di non essersi focalizzate sugli indizi, ma di aver cercato associazioni e di essersi “distratte” dal problema.
I partecipanti che non erano riusciti a risolvere gli esercizi, invece, avevano un’attività cerebrale molto concitata, caratterizzata dalle onde gamma, tipiche di quando si ragiona in modo logico e razionale.
Allontanarci per qualche minuto, fisicamente e psicologicamente, da un problema, quindi, rende più facile, e più probabile, trovare una soluzione creativa.
Suggerimento n. 5: la prossima volta che devi affrontare una situazione complessa, fai una breve pausa, prendi un caffè, scambia due chiacchiere con un collega, cerca di “distrarti”.
Bene, a questo punto conosci cinque semplici passi di “danza della pioggia creativa”: non ti rimane altro che sperimentarli nelle tue attività quotidiane e … farci sapere che risultati hai ottenuto!
Scopri altri articoli utili e tips nelle sezioni “Ispirazioni” e “Risorse” e ovviamente fai un salto nel blog di Giovanni in cui potrai trovare tantissimi contenuti interessanti sulla creatività!