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“Soeliok”- Come dare vita a un progetto creativo di valore.

Vi raccontiamo cosa fanno i nostri creativi “beyond" Zooppa

Tutti nella vita, prima o poi, abbiamo pensato di scrivere un libro; non dite che non è così. Alcuni di noi hanno iniziato o addirittura lo hanno terminato, per poi lasciarlo impolverare in un cassetto. 

Beh, questo articolo vi potrebbe tornare utile per capire come dare vita al vostro progetto editoriale e più in generale a una qualsiasi idea creativa che avete in mente.
Oggi vogliamo raccontare infatti un progetto di valore che si colloca nell’ambito dell’editoria: i nostri creativi hanno scritto un libro!

Soeliok. Il respiro della terra

L’intento non è solo quello di promuovere un contenuto che riteniamo creativamente valido e interessante, ma anche quello di raccontarvi in breve come è stato costruito il progetto e darvi quindi degli spunti e un po’ di ispirazione.

Prima i creativi: chi sono? 

ZoneCreative è una realtà nata nel 2009, che negli anni ha perseguito con costanza l’obiettivo di presentarsi come un laboratorio in grado di proporre idee innovative e di concretizzarle con professionalità, grazie anche alla collaborazione con esperti di diversi settori. 

Daniele Barioglio: 

Daniele nasce nel 1976 a Biella. Da sempre amante delle storie e di tutte le forme d’arte, sperimenta varie discipline e modelli di comunicazione. Nel 2001 si laurea in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera, con una tesi dal titolo “Come creare un mondo fantasy” e inizia a scrivere il romanzo “Soeliok”, che concluderà nel 2019.

Nel 2009 fonda  ZoneCreative, un laboratorio artistico multimediale nel quale ricopre il ruolo di direttore creativo. La sua passione per le storie lo porta a diventare regista e seguire lo sviluppo artistico di tutti i progetti dell’agenzia. 

Davide De Conti:

Davide nasce nel 1980 a Borgosesia. Si laurea in Informatica con una tesi sulla resa cartoon in grafica 3D, ma durante gli studi coltiva la sua passione per la fotografia grazie anche ai numerosi viaggi durante i quali impara le lingue e conosce una parte del mondo.

Nel 2011, insieme a Daniele trasforma ZoneCreative in una S.r.l. nella quale ricopre il ruolo di direttore tecnico. Le sue competenze permettono all’agenzia di specializzarsi nella produzione video e nell’animazione 2D e 3D, aprendo la strada a nuove sfide.

Collaborano con Zooppa ormai da anni sempre con ottimi risultati; ci ha piacevolmente stupito scoprire, ormai più di qualche mese fa, che stavano lavorando ad un progetto editoriale in ambito fantasy (ndr è il mio genere letterario preferito quindi il termine “stupito” è a dir poco riduttivo). 

Abbiamo quindi voluto raccontarvi il progetto in maniera diretta facendo proprio a loro delle domande su come è stato realizzato. 


Il libro

“Confinati da migliaia di anni tra le alte vette di una catena montuosa, i nani mettono il loro ingegno al servizio della ricerca scientifica. Un giovane nano dalle origini misteriose, un nonno saggio che parla in rima e un geologo con problemi di risveglio, si trovano coinvolti in un’avventura che cambierà per sempre il destino del loro popolo. Ma una minaccia incombe nella notte.”

Come è nata l’idea? 

È iniziato tutto con l’esigenza di creare un universo nel quale ambientare un gioco di ruolo. Infatti, già da bambino quando giocavo insieme ai miei amici, ci divertivamo a creare un nostro sistema di regole personali: le ambientazioni comuni e le regole classiche dei giochi di ruolo erano troppo spesso superficiali nel metodo non soddisfacevano la nostra curiosità. Passavamo intere giornate nel tentativo di trovare risposte a domande del tipo: come funziona realmente la magia, come è fatto davvero un drago? Come fa a sputare fuoco? Quanti anni può vivere un nano? 

A mano a mano che passava il tempo alcune di queste domande trovavano una risposta e il mondo di Soeliok iniziò a prendere forma, anche se ancora non sapevo che si sarebbe chiamato così. Solo più avanti, quando il contesto era ormai ricco di particolari e di spunti narrativi, decisi di ambientarci una storia. Così iniziai a ragionare sui personaggi, ma fu un passaggio naturale perché già conoscevo i luoghi che abitavano, le abitudini del loro popolo, i linguaggi e molti altri dettagli. 

Quali sono i punti di connessione con la realtà attuale? 

Soeliok è ambientato nel nostro universo, ma in un tempo parallelo che ha subito gli effetti di una diversa evoluzione. 

Il racconto nella sua forma complessiva disegna un grafico immaginario che tende a dilatarsi nel tempo e nello spazio. La storia parte da un punto preciso, piccolo ma ben definito e con il passare del tempo gli eventi si sommano e il punto di vista si espande.

Quelli che inizialmente sembrano piccoli problemi legati a personaggi quasi insignificanti si scoprono essere i grandi problemi che ogni popolo deve affrontare nel delicato percorso verso la civilizzazione. L’apertura totale arriva verso il finale, quando la visione si fa così ampia da non avere più un punto di vista unico come riferimento.

La natura e lo scorrere degli eventi non sembrano influenzati dalle attività degli essere viventi, ma la consapevolezza del singolo può avere un valore inestimabile al di fuori del tempo. 

Qual è il messaggio più alto che il libro vuole trasmettere?

Aprire la mente alla conoscenza credo sia il concetto che meglio riassume i valori del racconto. Il romanzo tocca argomenti delicati come il pregiudizio di creare confini o nemici immaginari per difenderci da ciò che non conosciamo.

La conoscenza è sempre la risposta, intesa come sapere, ma anche come consapevolezza di sé e del mondo in cui viviamo. La comprensione della diversità è una risorsa e la visione del concetto di “straniero” è un dono prezioso che ci avvicina al sapere totale.

Come è stata sviluppata l’idea creativa nel concreto e poi messa a terra?

Il progetto complessivo ruota attorno a un elemento fondamentale: Soeliok non è un romanzo, ma un universo. Siamo partiti da questo concetto per sviluppare il progetto creativo e stiamo cercando di rispettarlo in ogni sua fase. Naturalmente il romanzo è il veicolo narrativo centrale nella promozione ed è la forma di comunicazione con cui abbiamo scelto di instaurare il “primo contatto” (un’espressione che ho sempre adorato). 

Il progetto prevede però diversi altri prodotti paralleli:
la trilogia completa illustrata, diari di viaggio, un manuale tecnico sulla scienza di Soeliok, una raccolta delle musiche scritte e altri prodotti editoriali.
Un ruolo importante lo ricoprirà il gioco di ruolo, di cui proporremo una versione cartacea e una digitale/multimediale in forma di app. 

Anche le musiche avranno un canale di vendita e promozione sulle principali piattaforme musicali, come Spotify.

Il progetto creativo nel suo complesso è piuttosto impegnativo e prevede una pianificazione distribuita negli anni. In ZoneCreative cerchiamo di organizzare il lavoro mensilmente, alternando brevi fasi di progettazione a momenti di produzione, per garantire continuità senza sottrarre troppe energie alle normali attività dell’agenzia.   

Molto più di un libro: i formati

Come ben sappiamo, per veicolare un contenuto al giorno d’oggi non è più sufficiente utilizzare un unico media. Proprio per questo il libro è disponibile in 3 differenti formati: 

Libro, eBook, audiolibro.

Come mai la scelta di investire nel formato audio? 

Sostanzialmente per tre ragioni:

  • La prima è di natura emotiva. Personalmente ritengo la musica la forma d’arte più intima, e chi ci conosce sa che nelle nostre produzioni video diamo grande importanza a ciò che sentiamo oltre che a ciò che vediamo. Molti dei registi più noti concordano sul fatto che la gran parte del controllo emotivo di una scena è data dalla musica prima ancora che dalle immagini, e su questo principio basiamo quasi tutte le nostre riunioni creative.
  • La seconda motivazione è forse la più scontata. Le competenze della nostra agenzia ci hanno portato in modo naturale a uno sviluppo multimediale del progetto editoriale. Siamo abituati a raccontare storie attraverso il video o l’animazione e l’audiolibro in qualche modo rappresentava il prodotto più affine al nostro metodo di lavoro. Negli anni abbiamo investito molte energie nel reparto audio, ampliando la rete di collaborazione e attrezzando lo studio con strumenti musicali, microfoni e tutte le apparecchiature necessarie alla produzione musicale. Di certo un progetto tutto nostro avrebbe dato molta importanza alla parte di ascolto e la versione “sonorizzata” di Soeliok ci è sembrata la sfida più interessante.
  • C’è però anche una ragione più pratica, ed è legata ad un evidente crescita a livello internazionale di formati come l’audiolibro, podcast e varie rubriche audio. Qualcuno sostiene che internet e la tecnologia abbiano reso i contenuti audio più accessibili, altri reputano che sia una sorta di rifiuto verso il sovrastimolo da immagini a cui siamo sottoposti quotidianamente… probabilmente la causa è molto complessa, ma l’effetto resta un’evidenza piuttosto marcata.
    Il mercato dell’audiolibro è letteralmente esploso nel nord Europa e in gran parte dell’America; in Italia siamo ancora un po’ indietro, ma ci auguriamo che questa piacevole onda d’urto ci raggiunga presto. Noi nel frattempo prepariamo il pubblico italiano con i nostri petardi prima dell’assordante boato.  

Che scelte avete fatto per garantire un prodotto audio di qualità? 

La scelta più importante direi che è stata la voce narrante. Non siamo scesi a compromessi e abbiamo puntato direttamente alla nostra prima preferenza nel casting degli attori: Carlo Valli, la voce italiana di Robin Williams. L’ho contattato personalmente spiegandogli il progetto ed è stata una grande emozione ricevere il suo riscontro positivo. Lavorare con lui è stata un’esperienza indimenticabile e sono certo che è stato un elemento trascinante nella qualità del progetto.

Anche la musica non sarebbe dovuta essere da meno. Per noi era fondamentale che non fosse un semplice sottofondo, ma doveva rappresentare una seconda linea narrativa parallela a quella principale. Sapevamo che sarebbe stato un lavoro lungo e complesso e il primo passo è stato quello di formare la giusta squadra di lavoro.

Jacopo Mazza, nostro amico e collaboratore storico in ZoneCreative, ha composto e arrangiato alcuni dei temi principali e ci ha aiutati a definire la qualità del suono della voce narrante in relazione alla musica.

Con Alessandro Ponti invece, compositore esperto in musiche per videogiochi, abbiamo definito un vero e proprio linguaggio musicale, implementando un sistema di regole narrative legate ai luoghi e ai personaggi che avrebbe poi trovato riscontro durante la composizione e l’orchestrazione di tutti i temi e i motivi.

Io mi sono occupato personalmente del sound design: ho generato e sincronizzato i suoni d’ambiente e i rumori di scena proprio come in una produzione video.   

L’idea iniziale prevedeva una sonorizzazione orchestrale cinematografica solo per i capitoli principali, ma l’impatto emozionale della musica unita alla voce di Carlo Valli e al sound design è stato così forte che abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e sonorizzare l’intero audiolibro portando a termine un progetto di orchestrazione e sonorizzazione di oltre 4 ore. 

Vista la complessità del lavoro per il secondo e il terzo libro stiamo valutando una campagna kickstarter per finanziare la produzione della musica mantenendo la medesima qualità per le restanti 12 ore di audiolibro.

C’è stata un’analisi di mercato alla base?

Abbiamo condotto un’analisi generica sul mercato editoriale italiano e internazionale, nel tentativo individuare più in dettaglio la posizione del genere fantastico. Il risultato, in una prima fase, non è stato molto promettente in quanto il fantasy si è posizionato penultimo tra i generi, subito prima della fantascienza. Continuando a indagare, in realtà abbiamo scoperto un quadro generale più complicato e non così semplice da tradurre in numeri.
Sembra infatti che il genere fantasy abbia raggiunto una sorta di saturazione del mercato per via dell’abbondanza di contenuti generati negli ultimi dieci anni, soprattutto in ambito cinematografico. La conseguenza è stata una resistenza da parte degli editori nell’investire su progetti legati a mondi immaginari, proprio perché difficili da categorizzare e monetizzare con un ridotto margine di rischio. Quello che è emerso da un’analisi più approfondita è stato però un effetto quasi opposto al risultato iniziale.

Se è vero che il genere è poco appetibile agli occhi di un editore perchè si e formato un fitto sottobosco di piccoli prodotti minori, è altrettanto vero che da un po’ di tempo non emerge un prodotto importante in grado di svettare tra le chiome. Questo significa che esiste il margine per avere successo, ma la nicchia di mercato richiede uno standard qualitativo più alto e con ogni probabilità una campagna promozionale ben strutturata.

Abbiamo poi concluso una seconda analisi in cui abbiamo incrociato i dati del mercato editoriale, di quello ludico e del mondo dei videogiochi. Sappiamo da anni ormai che l’editoria non riesce a tenere il passo tra le varie forme di intrattenimento e il videogioco, con l’arrivo delle app e dei dispositivi mobili, ha raggiunto un record storico. 

Anche per questo motivo abbiamo pensato ad un prodotto ibrido che potesse nascere in forma di racconto, ma che avesse ampio margine di sviluppo nel mercato ludico a partire dal gioco di ruolo cartaceo, per poi ampliarsi nel mondo digitale attraverso una app e una serie di prodotti paralleli multimediali. 

Come vi siete mossi per arrivare ad avere il libro in formato eBook? Ci sono state difficoltà?

Il formato eBook è un prodotto piuttosto semplice da realizzare, l’unica premessa importante è un testo digitale ben strutturato e organizzato. Nel momento in cui la formattazione è ordinata e la struttura del documento genera un indice completo del testo, la conversione nel formato .epub è un processo quasi automatico.

Avendo deciso di lavorare direttamente con alcune delle piattaforme principali di distribuzione (Kindle, Kobo, Apple Books, Google Play Libri), la fase più delicata è stata la generazione di file che fossero visualizzati in modo analogo ovunque.

L’attività rientra in ogni caso tra i servizi editoriali, è quindi importante non sottovalutarla e curare i dettagli legati ai contenuti specifici.

La promozione sui diversi canali

La promozione del libro è ancora in corso tramite diversi canali. Ovviamente è stata creata una landing page di atterraggio; il contenuto viene promosso attraverso una pagina Facebook dedicata ed un piano editoriale ben definito e il tutto è supportato da una newsletter e altri canali social come IG. 

Chi si è occupato della creazione della landing page? 

In agenzia per fortuna abbiamo le risorse e le competenze per gestire questo genere di attività. Anche in questo caso però ci siamo trovati ad affrontare un nuova sfida nel tentativo di realizzare una pagina dinamica ed efficace nella “user experience”.

La realizzazione dell’animazione iniziale, ad esempio, è stata il frutto di una progettazione minuziosa in fase di illustrazione, per la quale abbiamo previsto decine di livelli separati (sia per la versione diurna, sia per quella notturna) per gestire il parallasse direttamente sul sito e facendolo nel contempo funzionare sui molteplici dispositivi.

Come è stato pensato il piano editoriale social?

Proprio nel periodo di progettazione della strategia social abbiamo avuto la fortuna di conoscere Francesca, una copywriter esperta in strategie social e digital marketing. Con lei abbiamo definito un modello di lavoro che ha previsto la creazione, la programmazione e la sponsorizzazione dei contenuti, attraverso una piattaforma condivisa e un piano editoriale dinamico.

Abbiamo definito una dozzina di format iniziali, suddivisi in livelli di complessità e diversificati per obiettivi, destinati ad alimentare una campagna social di 12 mesi. A tre mesi circa dal lancio del progetto stiamo raccogliendo le prime statistiche e facendo le analisi per calibrare i pubblici di riferimento e le eventuali modifiche al linguaggio o al posizionamento.

I numeri sembrano promettenti, ma la giostra del social marketing non smette di girare ed è importante scegliere il cavallo giusto ad ogni corsa se si vuole vincere il giro gratis.  

Come sono stati scelti i canali di distribuzione?

In una prima fase avevo valutato le piattaforme di self publishing, ma nel momento in cui abbiamo deciso di trasformare ZoneCreative in editore del progetto, abbiamo preferito aprirci ai canali di distribuzione più tradizionali.

Abbiamo dato importanza alla qualità fisica del prodotto, per cui ci siamo affidati a una tipografia e abbiamo stampato noi la prima tiratura, scartando l’opzione della stampa “on demand” (più comoda, ma di minor qualità). In questi primi mesi sfrutteremo i canali digitali, non saremo quindi presenti direttamente negli scaffali delle librerie (tranne che a livello locale, su Biella e Ivrea), ma spingeremo la vendita online. 

Con l’uscita del secondo libro (prevista verso la metà del 2020) valuteremo se modificare o ampliare la rete di distribuzione. La stessa Amazon ha avviato un’iniziativa per distribuire tutti i suoi libri nelle librerie tramite la sua logistica: se sarà efficace come dicono potrebbe rivelarsi una perfetta occasione.

Per noi è stato interessante notare che con le nostre analisi siamo arrivati in pratica alle stesse conclusioni a cui è giunto anche Montemagno con il suo progetto Lavorability:

  • non scegliere il self publishing, ma autopubblicarsi diventando editore;
  • non usare il print on demand, ma stampare il libro in modo tradizionale;
  • sfruttare piattaforme di distribuzione e logistica (Amazon);
  • generare una massiccia campagna marketing. 

Qual è il target di riferimento?

Il progetto di comunicazione è rivolto a un target giovane ed equamente distribuito tra maschi e femmine, ma il destinatario finale della strategia di marketing sarà indirettamente anche un pubblico adulto.

Non si conosce infatti un sistema assoluto e oggettivo per stabilire l’età che dovrebbe o potrebbe avere il lettore di un racconto. Esistono alcuni argomenti come il sesso, la violenza o temi complessi legati a politica e religione, che sono palesemente poco adatti ai giovani, o al contrario ci sono regole narrative legate di solito alla forma del linguaggio, al vocabolario e alla scelta di periodi semplici che tendono a rivelarsi poco interessanti per un lettore maturo, ma parliamo sempre di un risultato ottenuto per esclusione più che un vero indice di gradimento.

La realtà ci dice che se una storia è scritta bene, non è l’età del lettore che stabilisce il piacere della lettura, ma esclusivamente il suo gusto personale.

Nel caso di un racconto immerso in un mondo immaginario, come Soeliok, la tendenza è certamente quella di associarlo a un pubblico giovane, ma ci piace pensare che esista una chiave di lettura più profonda, ricca di valori e riflessioni che si rivolgono anche ai lettori adulti. Il racconto parla dell’importanza di credere nei sogni nonostante le difficoltà imposte dalla società e, per quanto possa sembrare scontato, non si è mai abbastanza vecchi per smettere si sognare.


Cosa vorreste comunicare a coloro che hanno in mente di mettere a terra un progetto editoriale o comunque a chi si occupa di creatività e ha un’idea nel cassetto?

Il mondo editoriale è un luogo difficile per far cresce un progetto partendo da zero (soprattutto in Italia), e più in generale è sempre complicato trasformare un’idea in un progetto concreto con una finalità economica.

Il nostro consiglio è quello di lavorare sul concetto di identità. Questo approccio costringe tutti i reparti a trovare soluzioni specifiche e rende il progetto in qualche modo unico, differenziandolo quanto basta per garantirgli uno sbocco commerciale. 

Vi invitiamo a scoprire le avventure di Soeliok e del mondo dei nani, e tornare da noi con le vostre impressioni e feedback. Noi lo abbiamo letto e non possiamo che consigliarvelo!

Entra anche tu nel mondo di Soeliok!

E mi raccomando… aspettiamo i vostri commenti!

Scopri altri progetti “beyond Zooppa” dei nostri creativi.

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